Molteplicità

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Disambiguazione – Se stai cercando la molteplicità di una radice di una funzione, vedi Radice (matematica).

In filosofia, la molteplicità è la pluralità degli enti considerata dal punto di vista quantitativo; si distingue perciò il molteplice, in quanto composto da una varietà di enti diversi, dall'unità di ciò che è univoco, in quanto identico a se stesso.

In ogni ambito del sapere si fa riferimento, in vario modo, alla nozione di molteplicità; comune a tutti è la concezione filosofica, per la quale la molteplicità è la caratteristica essenziale della realtà, che la identifica e la distingue, in particolare in contrapposizione all'Ente supremo, considerato ad es. come sostanza o Idea in Platone, Spirito o Essere in Hegel, ovvero Dio, il quale ha la caratteristica dell'univocità.

Il ragionamento filosofico sulla molteplicità ambisce ad orientare le varie considerazioni che su di essa operano le scienze particolari.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Aggettivo numerale § Etimologia e paralleli.

Il termine molteplicità deriva dal latino tardo multiplicitas ed appartiene ad una grande famiglia di termini ampiamente diffusi in tutte le lingue indoeuropee, che si fanno risalire ad una radice ricostruita come *plek-.

Platone[modifica | modifica wikitesto]

Platone individua nel numero il concetto della molteplicità: il numero è uno e molti insieme, e rappresenta l'ordine di una molteplicità determinata.[1]

Kant[modifica | modifica wikitesto]

In Kant, il molteplice (Mannigfaltig) rappresenta il materiale grezzo della conoscenza, ordinato dalle forme a priori della sensibilità e dell'intelletto.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Abbagnano, p. 593.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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