Alnus glutinosa

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Ontano nero
Alnus glutinosa
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Fagales
Famiglia Betulaceae
Genere Alnus
Specie A. glutinosa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fagales
Famiglia Betulaceae
Genere Alnus
Specie A. glutinosa
Nomenclatura binomiale
Alnus glutinosa
(L.) Gaertn., 1790
Nomi comuni

Ontano nero
Ontano comune

Areale

Polline al microscopio

L'ontano nero od ontano comune (Alnus glutinosa (L.) Gaertn., 1790), è una pianta arborea appartenente alla famiglia Betulaceae. È presente in tutta l'Europa, nel Nordafrica, nell'Asia minore, in Siberia e nell'Asia orientale.[2]

Caratteri botanici[modifica | modifica wikitesto]

Tavola botanica

L'ontano nero è un albero alto intorno ai 10 metri, eccezionalmente fino a 20-25 metri, talvolta con portamento arbustivo, con corteccia fessurata longitudinalmente, di colore nero. Il legno e le radici hanno una caratteristica colorazione variabile dal giallo-aranciato al rosso-aranciato.

Le foglie sono caduche, sparse e picciolate. Hanno lamina coriacea, glabra, subrotonda od obovata, incuneata alla base e tronca o leggermente insinuata all'apice. Il margine è dentellato. La pagina inferiore è appiccicosa, specie nelle foglie giovani (da cui l'epiteto specifico "glutinosa"), e mostra ciuffi sparsi di peli all'ascella delle nervature.

Come tutte le specie della stessa famiglia, l'ontano nero è una pianta monoica, con fiori a sessi separati portati sulla stessa pianta. Sia i fiori femminili sia quelli maschili sono molto piccoli e riuniti in infiorescenze ad amento. Gli amenti femminili sono riuniti in piccoli gruppi di 3-6, lungamente peduncolati ed eretti. Hanno una forma ellissoidale e sono di colore verde. Nella forma ricordano gli strobili delle Conifere e sono lunghi 1-1,5 cm. Gli amenti maschili sono riuniti in gruppi di 3-5, sono penduli e cilindrici, lunghi fino a 6 cm, di colore giallo-verdastro. La fioritura ha luogo alla fine dell'inverno, in febbraio-marzo, ma esiste una marcata variabilità, protraendosi dal pieno inverno nelle regioni calde alla tarda primavera in quelle più fredde.

Gli amenti femminili evolvono in infruttescenze nere di consistenza legnosa, pendule, con brattee fruttifere patenti e persistenti anche dopo la disseminazione del frutto. I resti delle infruttescenze possono persistere anche per più anni. Il frutto è un piccolo achenio alato.

Ecobotanica[modifica | modifica wikitesto]

Popolazione di ontani in Germania

In Italia l'ontano nero vegeta dal livello del mare fino agli 800 metri di altitudine, spingendosi raramente oltre i 1200 metri. Presente in tutte le regioni, è una specie igrofita che richiede la presenza costante di umidità, perciò la si rinviene in terreni acquitrinosi, in paludi e, soprattutto, lungo i corsi d'acqua.

È un elemento tipico della vegetazione riparia, associato ad altre piante tipiche di questo ambiente, come i salici, i pioppi, ecc. Nell'Italia meridionale e nelle isole è frequentemente associato all'oleandro e ai salici ed è spesso l'elemento arboreo di maggior sviluppo lungo i corsi d'acqua.

Un aspetto particolare è la relazione simbiontica delle radici degli ontani con microrganismi azotofissatori del genere Frankia, facenti parte degli attinomiceti, un gruppo di batteri a crescita miceliare. Questi sono in grado di indurre la formazione di noduli radicali (chiamati anche tubercoli) con un meccanismo analogo a quello dei rizobi delle Leguminose. Gli ontani sono quindi specie che arricchiscono il suolo di azoto.

Utilità[modifica | modifica wikitesto]

Ceppaia di ontano dopo un recente taglio
Infruttescenza e semi di Alnus glutinosa

Oltre a svolgere una funzione ecologica nel mantenimento degli ecosistemi fluviali, le formazioni pure o miste a ontano nero sono utili per il consolidamento delle sponde dei corsi d'acqua e ricoprono perciò un ruolo collaterale di tutela dell'ambiente contro i dissesti idrogeologici.

Sotto l'aspetto tecnologico può fornire legname da impiegare in piccoli lavori di falegnameria, di ebanisteria e per la realizzazione di pavimenti in legno. Il legno dell'ontano nero appena tagliato si presenta giallo-aranciato, ma con la stagionatura assume un colore rosso-arancio.

In merito alle proprietà meccaniche si presenta come un legno semiduro e omogeneo, di notevole durevolezza in sommersione. Per questo motivo, soprattutto in passato, era largamente impiegato come legname da opera per manufatti sommersi. Il legno di ontano è stato, infatti, notoriamente usato nel corso della storia dell'uomo per allestire la palificazione di sostegno delle palafitte o per realizzare manufatti idraulici; è stato inoltre impiegato per costruire le fondazioni delle costruzioni a Venezia.

Proprietà curative[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

La corteccia dell'ontano nero contiene tannini, alnulina, protoalnulina, emodina. A questi principi attivi, in particolare i tannini, sono attribuite proprietà febbrifughe, blandamente antinfiammatorie, astringenti. Il decotto della corteccia è inoltre impiegato nell'industria dei liquori come componente degli amari.

Le foglie hanno invece proprietà diuretiche e astringenti. La farmacopea popolare attribuisce alle foglie anche proprietà antireumatiche, vermifughe, antisecretive e in particolare, galattofughe. Nella tradizione popolare si usavano le foglie di ontano nero per ridurre la sudorazione o la secrezione lattea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Alnus glutinosa, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) Alnus glutinosa (L.) Gaertn., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 gennaio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alba Marchioni Jacobs, Le piante medicinali della Sardegna, 2ª ed., Cagliari, Della Torre, 1997, pp. 24-25, ISBN 88-7343-307-3.
  • Umberto Boni, Gianfranco Patri e Paolo Rovesti, Scoprire riconoscere usare le erbe, Milano, Fratelli Fabbri, 1977, pp. 454-455, SBN IT\ICCU\VIA\0027923.
  • Enrica Campanini, Piante medicinali in Sardegna, Nuoro, Ilisso, 2009, ISBN 978-88-6202-058-9.
  • Enrica Campanini, Manuale pratico di gemmoterapia, 2ª ed., Milano, Tecniche Nuove, 2005, ISBN 88-481-1711-2.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ontano nero, su Piante e animali del bosco didattico. Provincia di Cremona. URL consultato il 9 giugno 2007.
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