Crotalus

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Crotalo
Cascavel (Crotalus durissus)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Famiglia Viperidae
Sottofamiglia Crotalinae
Genere Crotalus
Linnaeus, 1758
Specie

vedi testo

Crotalus (Linnaeus, 1758) è un genere di serpenti velenosi facenti parte della famiglia Viperidae (sottofamiglia Crotalinae), diffusi nelle Americhe; dal sud del Canada al nord dell'Argentina[1][2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva dal greco krotalon che significa "sonaglio" e si riferisce al tipico sonaglio di anelli cornei presente sulla parte finale della coda, che è una caratteristica distintiva di questo genere e del genere Sistrurus[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La lunghezza dei serpenti appartenenti al genere Crotalus varia da 25-30 cm (C. intermedius, C. pricei), fino oltre i 150 cm (C. adamanteus, C. atrox).[3] Solitamente gli adulti maschi sono leggermente più grandi delle femmine. Rispetto alla maggior parte dei serpenti, hanno un corpo tozzo, la testa triangolare e la coda corta, anche se alcune vipere africane sono più massicce.[4] La maggior parte di questi serpenti è facilmente riconoscibile dal caratteristico sonaglio presente alla fine della coda, anche se alcune popolazioni isolane fanno eccezione a questa regola: C. catalinensis ha perso completamente il suo sonaglio, C. ruber lorenzoensis solitamente non ha il sonaglio, e sia C. r. lucasensis che C. molossus estebanensis tendono a non presentare il sonaglio. Il sonaglio può inoltre mancare in alcuni esemplari, a causa di anomalie congenite.[3]

Il sonaglio, di cui sono sprovvisti alla nascita, consiste vagamente in una serie di gusci vuoti, ciascuno dei quali è stato, in un certo periodo, la squama che copriva la punta della coda.

Oltre a 2 lunghi denti aguzzi utilizzati per iniettare il veleno, una peculiarità di tutta la sottofamiglia dei Crotalinae è la presenza di sensibilissimi recettori ad infrarossi, che sono localizzati in due fossette tra l'occhio e la narice. Questi recettori permettono di individuare le prede, ed hanno una funzione fondamentale visto che questi serpenti sono sordi. All'interno delle fossette, che vengono continuamente sfiorate con la lingua, l'organo termorecettoriale è rivestito da una sottile membrana. Quando i raggi infrarossi colpiscono la membrana, la temperatura del recettore aumenta e permette al serpente di determinare l'intensità e la direzione da cui provengono i raggi infrarossi. Vari studi hanno dimostrato che questi sensori sono sensibilissimi, riuscendo a percepire variazioni di temperatura nell'ordine di 0,003 °C. Inoltre, in quanto i recettori sono due, la sovrapposizione delle loro singole percezioni permette al serpente di creare una vera e propria percezione tridimensionale del calore, molto utile per localizzare la posizione esatta della preda.

Da un recente studio di Theodora Vonstille pubblicato su Nature, il sonaglio viene fatto vibrare trasformandolo così in una sorta di dinamo che carica elettrostaticamente il corpo dell'animale dando modo alla lingua di sentire le cariche elettriche presenti nell'aria. Il serpente riesce così ad avere un'esatta percezione dell'ambiente in cui si trova, riuscendo a localizzare le prede da catturare e le tane in cui nascondersi.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende le seguenti specie:[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ McDiarmid RW, Campbell JA, Touré T. 1999. Snake Species of the World: A Taxonomic and Geographic Reference, vol. 1. Herpetologists' League. 511 pp. ISBN 1-893777-00-6 (series). ISBN 1-893777-01-4 (volume).
  2. ^ a b Genus: Crotalus, in The Reptile Database. URL consultato il 28 luglio 2014.
  3. ^ a b c Campbell JA, Lamar WW. 2004. The Venomous Reptiles of the Western Hemisphere. Comstock Publishing Associates, Ithaca and London. 870 pp. 1500 plates. ISBN 0-8014-4141-2.
  4. ^ Klauber LM. 1997. Rattlesnakes: Their Habitats, Life Histories, and Influence on Mankind. Second Edition. First published in 1956, 1972. University of California Press, Berkeley. ISBN 0-520-21056-5.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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