Léon Belly

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Léon Belly

Léon Belly (Saint-Omer (Pas-de-Calais), 8 aprile 1827Parigi, 24 marzo 1877) è stato un pittore francese.

Artista accademico storico e di genere, ritrattista e paesaggista, fu conquistato anche dall'orientalismo dopo aver viaggiato a lungo nei paesi mediterranei del nord Africa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Léon Belly era figlio di un capitano di artiglieria. Rifiutò di seguire le orme del padre per dedicarsi alla pittura con grande passione. Trasferitosi a Parigi fu allievo di Constant Troyon e nel 1849 si recò a Barbizon dove conobbe Théodore Rousseau e frequentò i pittori paesaggisti della Scuola di Barbizon. Iniziò quindi la sua attività di pittore accademico realizzando quadri a soggetto storico e mitologico.

Nel 1850 visitò la Grecia, la Siria e il Mar Nero e nel 1853 espose per la prima volta al Salon, presentando quattro paesaggi di Nablus, di Beirut e delle sponde del Mar Morto, che suscitarono l'approvazione della critica. Nel 1855 ebbe l'occasione di partecipare ad una missione scientifica nel Libano, in Palestina e soprattutto in Egitto, viaggiando spesso sul Nilo in compagnia dell'amico pittore Edouard Imer. Produsse quindi disegni e schizzi per le finalità della missione, ma fu colpito dalle straordinarie luminosità di quelle terre assolate e dal fascino di quelle popolazioni. Nel 1856, in un secondo viaggio in Egitto, fece degli studi per il suo quadro: "Pellegrini che vanno alla Mecca", oggi esposto al Museo d'Orsay.
Al suo ritorno in Francia aderì alla corrente orientalista, pur mantenendo un'impostazione ampia, a volte solenne, delle sue composizioni, che gli derivava dai suoi studi accademici.[1]
Ma la passione per l'oriente non influenzò che una parte della produzione di Belly. Egli infatti fu autore di numerosi ritratti e di paesaggi, in particolare della Normandia e di altre regioni della Francia. Belly, infatti, acquistò anche un terreno a Montboulan.

Sebbene non abbia mai raggiunto una grande popolarità, Belly fu sempre molto apprezzato per la luce dei suoi quadri e per l'autorevolezza degli impianti compositivi. Fu amico di diversi artisti, come Alexandre-Gabriel Decamps, Eugène Fromentin, Prosper Marilhat, Édouard-Auguste Imer e Adrien Dauzats.
Nel 1862 fu decorato con la Legion d'onore.

Léon Belly morì a Parigi nel 1877 a soli 50 anni.

Alcune opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Pêcheurs d'équilles.
  • Le désert de Nassoub, 1857.
  • La plaine de Djyseh.
  • Approche à un Village Égyptien.
  • Vue de Shubra
  • Le Nile près de Rosetta.

Opere presenti nelle collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

  • Colmar, Museo Bartholdi: La Citadelle de Mokatan, près du Caire, c. 1856.
  • Digione, Museo Magnin: Jeune femme en veste turque, 1860-1870.
  • Parigi, Musée d'Orsay:
    • Pèlerins allant à La Mecque, 1861.[2]
    • Les Foins en Normandie, 1867.
    • La Pêche au filet, 1869.
    • Le Gué de Montboulan, en Sologne, 1877.[3]
  • Parigi, Museo Branly:
    • La Mer Morte, 1866.[4]
  • Saint-Omer, Museo di Palazzo Sandelin:
    • Ulysse et les Sirenes, 1867.
    • Esclave noir tirant une corde, 1858.
    • Vue du Nil, fra il 1827 e il 1877.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mary Anne Stevens, The Orientalists, Delacroix to Matisse: European Painters in North Africa and the Near East, editore Royal Academy of Arts. Londra, 1984
  2. ^ (FR) culture.gouv.fr, Joconde, http://www.culture.gouv.fr/public/mistral/joconde_fr?ACTION=RETROUVER_TITLE&FIELD_98=TOUT&VALUE_98=leon%20belly&GRP=0&SPEC=5&SYN=1&IMLY=&MAX1=1&MAX2=1&MAX3=100&REQ=%28%28leon%20belly%29%20%3aTOUT%20%29&DOM=All&USRNAME=nobody&USRPWD=4%24%2534P. URL consultato il 10 luglio 2012.
  3. ^ (FR) photo.rmn.fr, RMN, http://www.photo.rmn.fr/c/htm/CSearchZ.aspx?o=&Total=77&FP=3109361&E=2K1KTSGIY8CDM&SID=2K1KTSGIY8CDM&New=T&Pic=10&SubE=2C6NU0YHQBSL. URL consultato il 10 luglio 2012.
  4. ^ (FR) photo.rmn.fr, RMN, http://www.photo.rmn.fr/c/htm/CSearchZ.aspx?o=&Total=77&FP=3109361&E=2K1KTSGIY8CDM&SID=2K1KTSGIY8CDM&New=T&Pic=4&SubE=2C6NU0NDKI9K. URL consultato il 10 luglio 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mary Anne Stevens, The Orientalists, Delacroix to Matisse: European Painters in North Africa and the Near East, editore Royal Academy of Arts. Londra, 1984 - ISBN 978-0-297-78417-3
  • Dizionario Bénézit

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN76587972 · ISNI (EN0000 0000 6664 2605 · CERL cnp01935105 · Europeana agent/base/57563 · ULAN (EN500017922 · LCCN (ENnr97044837 · GND (DE174182821 · BNF (FRcb149694014 (data) · J9U (ENHE987007444575805171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr97044837