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Maria Padula
Maria Padula

Maria Padula (Montemurro, 12 January 1915 - Naples, 10 December 1987) was an Italian painter. Foster daughter of Rosina and Nicolino Padula, with his writings and his paintings has traveled and interpreted the difficult post-war Italian reality, adhering to the current of neorealism. In 2017 his painting inspired the master Angelo Gilardino for the song "Albero Solitario", for “chitarra battente” and classical guitar, a tribute to Maria Padula and composed for Marcello De Carolis and Luca Fabrizio (Cordaminazioni) who recorded it in 2018.



Education[edit]

From 1933 to 1988 she attended the artistic high school in Naples, later she enrolled at the Accademia delle Belle Arti in Naples (painting section). During this period she began to develop his own artistic language, conducting some personal explorations in his hometown, Montemurro. After some divergency with the teacher Pietro Gaudenzio he decided to move to Florence, where the academy is more open to the experimentation of the students, where he will have as teacher Felice Carena. In these years she consolidates her relationship with Giuseppe Antonello Leone, who will be her companion for the rest of her life. The works of this period soon depart from the dictates of the academy to embark on a personal path in which painting has above all a narrative function with respect to the southern reality.

Early years[edit]

Gli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale si aprono con un’importante opera pubblica realizzata da Maria Padula insieme al novello sposo Giuseppe Antonello Leone. Si tratta dei dipinti per la chiesa madre di Pietradefusi in provincia di Avellino. Di Maria Padula è la grande tela che ha come tema la nascita della Vergine, mentre di Leone sono le altre due tele, che raffigurano l'Annunciazione e la presentazione della Vergine al tempio. Questo esordio, incoraggiato dalle critiche positive ricevute da Eva Tea sulla rivista Art Notes incoraggiano Maria Padula ad approfondire temi legati alla sua terra ed al suo territorio: la Lucania.

Sono anni di fervente dibattito per il meridione alimentato dagli studi sui Sassi di Matera e da personalità come Manlio Rossi-Doria, Carlo Levi e Rocco Scotellaro[1], le cui vite ed i cui pensieri si incrociano spesso con l'attività di Maria Padula e di Giuseppe Antonello Leone. Nel dicembre del 1947 Maria Padula partecipa a Matera ad una mostra con i più importanti pittori lucani: Giocoli, Claps, Pergola, Masi, Nutile e Leone. Ne parla Il Sud letterario in un articolo a firma P. E., segnalando come elemento caratterizzante della pittura di Padula sia "aborrire ogni altra cosa per superare la materia".[2]. Al contempo, a partire dal 1948, con la mostra al "Salone della camera del lavoro di Piazza Matteotti" a Potenza si inaugura un sodalizio ed una sincera amicizia con il poeta, scrittore ed intellettuale Leonardo Sinisgalli, che recensisce la mostra. A lui Maria fece il ritratto ufficiale, attualmente custodito presso la Fondazione Sinisgalli che ha sede a Montemurro.

Gli esodi degli anni '50 e '60[edit]

La precaria condizione dell'entroterra lucano inducono Maria Padula e la sua famiglia a spostarsi per assecondare le esigenze di lavoro di Giuseppe Antonello. A causa di ciò la famiglia si sposta prima a Potenza[3], poi a Vietri sul Mare ed, infine a Napoli. Durante questo periodo si consolida il tema del racconto della realtà meridionale attraverso la pittura, ma anche attraverso testi scritti. Questa nuova urgenza trova sfogo nella pubblicazione del libro Il paese è paese d'inverno, che 1965 vincerà, il «1º Premio per la Letteratura» al Concorso indetto dal Circolo «La Torre» di Atella la cui commissione è presieduta da Carlo Alianello.

L’impegno sociale e politico[edit]

L'impegno di Maria Padula nel campo sociale e politico è rivolto alla questione femminile ed alla difesa dei diritti delle donne: milita nella sinistra parlamentare e frequenta i gruppi di base cattolici. Il dipinto "Manifestazione" del 1970 racchiude le sue posizioni politico-sociali. Dora Celeste Amato sottolinea che non è possibile etichettarla in alcun modo: “Cattolica del dissenso? Perché etichettarla? Maria è stata la libertà fatta persona, senza mai autocompiacimenti o commiserazioni. Interprete del meridionalismo di oggi e non di ieri, di battaglia, attraversando quasi l’intero secolo ‘breve’. E alla prima tessera del PCI si aggiunge l’essere la prima donna artista lucana, in senso di ‘strutturata’, con scuola, Liceo ed Accademia alle spalle. Oltre alla lotta all'analfabetismo, alla riconquista delle terre, sempre insieme a Bepi Leone e a tutti gli amici nominati in questo ‘incontro’ con Maria. E se pensiamo che molto avveniva prima del ’46, anno del voto alle donne, è inutile qualsiasi commento.”[4]. Anna Mollica evidenzia ancora tratti della sua personalità: "Educata già da mamma Rosina ai principi di eguaglianza e parità, da adulta aveva maturato idee femministe, convinta che le donne hanno notevoli capacità in tutto. La sua era una lotta tendente alla valorizzazione della donna, delle sue peculiarità. Affermava infatti: «Dobbiamo accettare di essere donna. Il nostro sforzo deve essere per la parità non l'uguaglianza». Da qui il rifiuto di ogni più piccolo sintomo di discriminazione, di violenza e di sopraffazione. «Va estirpato», diceva, «se non vogliamo più guerre: se davvero vogliamo una società civile nella quale ciascuno abbia il suo spazio, senza togliere nulla al suo vicino».[5].

Gli scritti di Maria Padula[edit]

  • Il paese è paese d'inverno, edizione La Torre, Atella 1973.
  • Il traguardo, Pellegrini editore, Cosenza 1976.
  • Il vento portava le voci. Storia di una ragazza lucana, Editore Istituto Grafico Editoriale Italiano, Napoli 1985.
  • L'uovo del cuculo, Editore Istituto Grafico Editoriale Italiano, Napoli 1986.

Note[edit]

  1. ^ Cfr. Giuseppe Antonello Leone, “Conobbi Rocco Scotellaro”, Lettere di Rocco Scotellaro a Giuseppe Leone e a Maria Padula, Liguori editore, Napoli, 1996
  2. ^ Cfr. Il Sud letterario, Rivista d'arte critica e letteratura, Diretta da Enzo Contillo, Anno II, marzo-aprile 1948.
  3. ^ A Potenza vivono dal 1966 al 1974: Giuseppe Antonello diventa Direttore dell’Istituto Statale d’Arte, e Maria vi insegna Disegno dal vero. (M. Cuozzo, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 80, Treccani, 2014: “La cattedra di Disegno dal vero ottenuta negli Istituti d’Arte era il ruolo che faceva per lei. Le permetteva di manifestare la sua persona e le sue convinzioni a studenti che voleva responsabili di se stessi e consapevoli delle loro scelte.” Mollica, Anna, La poesia a colori di Maria Padula, in APPENNINO /2.15, p. 127.
  4. ^ D. C. Amato, La luce, l’impegno in Maria Padula, in "Appennino", 2.15, p. 123.
  5. ^ A. Mollica, La poesia a colori di Maria Padula, in "Appennino", 2/15, pp. 126-131.

Bibliografia[edit]

  • Giuseppe Antonello Leone, "Conobbi Rocco Scotellaro", Lettere di Rocco Scotellaro a Giuseppe Leone e a Maria Padula, Liguori editore, Napoli 1996.
  • Omaggio a Maria Padula, riedizione di Il paese è paese d’inverno, Il traguardo, collana Le mimose CalicEditori, 2007.
  • Guida di Napoli. 5 itinerari al femminile nella città, Assessorato Turismo grandi eventi Pari Opportunità, 2007, p. 46.
  • La scuola potentina di Maria Padula'. Opere di Maria Padula, Franco Corbisiero, Anna Faraone, Felice Lovisco, a cura di R. Cardone, Provincia di Potenza, Grafiche Finiguerra 2008.
  • Rosario Pinto, Le arti figurative al femminile nel mezzogiorno d’Italia dal cinquecento al duemila, Edizione Istituto Grafico Editoriale Italiano, 2009.
  • Giuseppe Appella, Arte del Novecento in Basilicata, APT Basilicata, 2015, p. 45.
  • A. Mollica, Recensione del libro "Il paese è paese d’inverno, il romanzo di Maria Padula", "Il Lucano", 2016.
  • A. Mollica, La poesia a colori di Maria Padula, "Appennino", 2 (2015).
  • D. C. Amato, La luce, l’impegno in Maria Padula, "Appennino", 2 (2015).

Voci correlate[edit]

Altri progetti[edit]

Collegamenti esterni[edit]

  • Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 80: Ottone–Pansa (in Italian). Rome: Istituto dell'Enciclopedia Italiana. 2014. ISBN 978-8-81200032-6.