Muraenidae

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Murene
Muraena helena
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Neopterygii
Infraclasse Teleostei
Superordine Elopomorpha
Ordine Anguilliformes
Sottordine Muraenoidei
Famiglia Muraenidae
Rafinesque, 1810
Sinonimi

Heteromyridae

Sottofamiglie

I Murenidi (Muraenidae Rafinesque, 1810) sono una famiglia di pesci dell'ordine Anguilliformes, comprendente svariate specie di pesci conosciuti in italiano con il nome di murene.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Vivono nei mari tropicali (dove hanno la massima diversità) e temperati caldi, di solito su fondi duri a bassa profondità. Sono comunissime nelle barriere coralline. Nel mar Mediterraneo è molto comune la specie Muraena helena e, piuttosto rara, Gymnothorax unicolor. Altre tre specie sono segnalate nel Mediterraneo: Enchelycore anatina è stata catturata solo tre volte in questo mare[1][2], Gymnothorax reticularis, lessepsiano, catturato una sola volta in Israele[3] e Anarchias euryurus, di cui è nota una segnalazione per Nizza[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Anatomia delle mascelle faringee delle murene


Questi anguilliformi hanno un corpo serpentiforme, leggermente compresso ai lati, non ricoperto da scaglie. Le pinne pettorali e ventrali sono assenti mentre la pinna dorsale e l'anale si prolungano senza discontinuità dalla testa alla coda mentre sul lato ventrale questa pinna è più corta. La testa è breve, i denti sono lunghi e appuntiti, spesso caniniformi. Le aperture branchiali sono piccole e rotonde. Molte specie hanno narici tubulari simili a brevi tentacoli. Alcune specie di questa famiglia sono dotate di una "mascella" aggiuntiva nell'esofago allo scopo di inghiottire al meglio prede voluminose.[5].

Muraena helena
Gymnothorax javanicus
Enchelycore anatina
Rhinomuraena quaesita
Echidna nebulosa
Gymnomuraena zebra
Muraena lentiginosa
Gymnothorax prionodon

I colori sono spesso bruni, in molte specie però possono esserci reticolature o macchie chiare, talvolta questi disegni possono formare disegni complessi. Poche specie invece hanno colori gialli, arancioni e blu molto vivaci.
Sono pesci in media piuttosto grandi, alcune specie (genere Gymnothorax e Strophidon sathete) possono superare i 3 m.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Gran parte delle specie ha abitudini notturne.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Sono predatori, cacciano pesci, molluschi (soprattutto cefalopodi come i polpi) e crostacei.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le larve sono leptocefali, come in tutti gli anguilliformi, che vivono nel plancton superficiale.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Pericoli per l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

I morsi di questi pesci sono piuttosto dolorosi e sembra che nella saliva sia presente una tossina anche se in quantità minime. La fama sinistra che circonda le murene è in gran parte immeritata; la leggenda narra che gli antichi Romani nutrissero le murene dei loro vivai con schiavi (se queste voci sono giunte fino a noi lo si deve all'orrore suscitato a suo tempo da Vedio Pollione, ricco cavaliere romano che aveva effettivamente l'abitudine di punire gli schiavi gettandoli in pasto alle sue murene). Alcune specie possono essere aggressive e mordere, soprattutto se ferite. Grandi specie tropicali possono essere pericolose a causa degli avvelenamenti da ciguatera.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Si catturano con reti da posta, palamiti e lenze di vario tipo. È anche una tipica preda dei pescatori subacquei.
Le carni sono buone ed apprezzate ma solo quelle degli esemplari più grandi, i piccoli sono molto liscosi. Di solito viene consumata in zuppa.[non chiaro]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ *Tortonese E. Osteichthyes, Calderini, 1975
  2. ^ (EN) Atlante delle specie aliene nel Mediterraneo CIESM, su ciesm.org. URL consultato il accesso.
  3. ^ (EN) Atlante delle specie aliene nel Mediterraneo CIESM, su ciesm.org. URL consultato il accesso.
  4. ^ (EN) (EN) Anarchias euryurus, su FishBase. URL consultato l'11.02.2014.
  5. ^ Mehta RS, Wainwright PC, Raptorial jaws in the throat help moray eels swallow large prey, Nature, 2007;449:79-82

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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