Alessandro Mentasti

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L'organaro Alessandro Mentasti nel 1870

Alessandro Mentasti (Varese, 1844Novara, post 1910) è stato un organaro italiano, è stato un componente dell'omonima famiglia varesotta di organari attiva tra la seconda metà del XVIII secolo e gli inizi del XX secolo, formatasi all'interno della bottega di un'altra famiglia organaria preesistente: quella dei Biroldi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Varese nel 1844. Figlio terzogenito di Luigi (*17961865) ebbe altri due fratelli, anch'essi organari: Giovanni, nato nel 1829 e Paolo, nato nel 1836.

Giovanni lavora accanto al padre ancora nella bottega Biroldi e rimane in società con lui fin verso il 1860. Dopo tale data prosegue l'attività in proprio nella provincia di Varese, nel Monferrato e in Liguria. Paolo invece parte da Varese nel 1865 insieme ad Alessandro, alla volta di Novara, per iniziare una nuova attività. Nel 1875 si trasferisce a Casale Monferrato lasciando al fratello il mercato novarese. Alessandro lavora in proprio dal 187475 fino al 1910 circa.

Caratteristiche costruttive[modifica | modifica wikitesto]

Sono molti gli strumenti di grosse dimensioni, caratterizzati da una solidità costruttiva e da una costante preoccupazione di fornire un'abbondante alimentazione del vento. All'inizio del novecento anch'egli risente dei mutamenti di gusto introdotti dalla riforma ceciliana.

Caratteristico di Alessandro è la disposizione dell'Organo Eco dietro al Grand'Organo: spesso i registri sono su un unico somiere a vento diviso, cioè con doppia secreta e relativi comandi di trasmissione. Altre volte, su strumenti a un solo manuale, vengono inseriti alcuni registri in una cassa espressiva per effetti d'eco. Gli strumenti degli anni Settanta sono caratterizzati dalla precoce introduzione di registri di Bordone e violeggianti. Negli strumenti degli anni Ottanta e Novanta si notano molti più elementi di transizione dall'organo ottocentesco all'organo ceciliano, che si concretizzano nell'introduzione dei sopracitati registri e nell'estensione della pedaliera da diciassette pedali a venti (ventiquattro, venticinque, ventisette e infine trenta nell'organo del Duomo di Novara del 1902).

La spezzatura dei registri è tra Si 24 e Do 25 e permane fino all'inizio del nuovo secolo. La disposizione fonica è divisa tra «instrumentazione» e ripieno; l'instrumentazione è costituita da sonorità tipiche dell'organo–banda: quattro registri ad ancia divisi tra bassi e soprani, registri di taglio di flauto (Flauto in Selva, Flauto in VIII, Ottavino, ed altri). Raramente sono presenti cornetti e mutazioni in terza. Sovente, ad attività già avanzata, non sono rari registri di taglio violeggiante di 8'. Il ripieno parte generalmente dal 16' e arriva fino alle Quadragesime.

La seconda tastiera, quando presente, non è concepita come elemento dialogante con il Grand'Organo, ma funge essenzialmente da eco, e per questo contiene spesso pochi registri in rapporto alla mole del primo organo. Solo verso l'inizio del nuovo secolo vengono abbandonati i registri d'effetto come timpani e campanelli. In alcuni strumenti è presente un melodium tergale nella balconata della cantoria contenente un registro, generalmente ad ancia, nella tessitura dei soprani. Alessandro Mentasti ha operato a Vercelli parecchi interventi sugli strumenti di altri costruttori, ma ne ha anche costruiti di nuovi: ricordiamo l'organo della Sinagoga (1878), di San Cristoforo (1901) e di San Agnese (1906).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Corrado Moretti, L'organo italiano, 3ª ed., Monza, Casa Musicale Eco, 2011 [1955], ISBN 886053030X. URL consultato il 3 ottobre 2016.
  • Alessandro Alfieri, Organi a Vercelli. Proposte per una storia degli organi nella città di Vercelli dal XVIII secolo ad oggi, Vercelli, Associazione Musicale Vercellese, 2003, pp. 277-280.

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