Caneva

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Càneva
comune
Càneva – Stemma
Càneva – Bandiera
Càneva – Veduta
Càneva – Veduta
Castello di Caneva
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Pordenone
Amministrazione
SindacoDino Salatin (centro-destra) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate45°58′N 12°27′E / 45.966667°N 12.45°E45.966667; 12.45 (Càneva)
Altitudine57 m s.l.m.
Superficie41,79 km²
Abitanti6 313[1] (30-4-2022)
Densità151,06 ab./km²
FrazioniFiaschetti, Fratta, Sarone, Stevenà
Comuni confinantiCordignano (TV), Fontanafredda, Fregona (TV), Polcenigo, Sacile, Sarmede (TV), Tambre (BL)
Altre informazioni
Cod. postale33070
Prefisso0434
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT093009
Cod. catastaleB598
TargaPN
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 451 GG[3]
Nome abitanticanevesi
Patronosan Tommaso apostolo
Giorno festivo3 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Càneva
Càneva
Càneva – Mappa
Càneva – Mappa
Posizione del comune di Caneva nella ex provincia di Pordenone
Sito istituzionale

Càneva (Càneva in veneto) è un comune italiano di 6 313 abitanti del Friuli-Venezia Giulia.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

La prima citazione - indiretta - di Caneva è in documento del 1249, dove si parla della «Ecclesiam S. Michaelis infra Sacilum et Canipam». Deriva dal latino can(n)ăba "cantina, depostito"[4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Resti litici di un accampamento di cacciatori, ritrovati nei pressi del Bus de la Lum al limitare della Foresta del Cansiglio e risalenti a circa 11.000 anni a.C., costituiscono la prima testimonianza della presenza dell'uomo sul territorio comunale. Questi furono preludio all'insediamento palafitticolo del "Palù del Livenza" (Paleolitico Superiore), in cui a partire dal 5.720 sino al 4.880 BP (datazioni al radiocarbonio quattordici) si ebbe un insediamento umano su palafitte.

In seguito in zona, sui due principali colli sporgenti dalla dorsale prealpina (col de Fer e col San Martino), si ebbero ben due castellieri, di cui uno si evolse in "castrum" romano quando qui venne costruita una torre d'avvistamento. Lo sviluppo - inteso in senso di comunità - si ebbe in epoca medievale quando, data la posizione strategicamente rilevante sulla via che univa Aquileia-Concordia all'Alpago e quindi al Norico, Càneva divenne territorio patriarcale, documentato fin dall'anno 1034 quale possesso della Chiesa d'Aquileia. Caneva fu teatro di numerosi scontri tra le truppe della "Patria del Friuli" e quelle trevigiane, passando ora sotto il controllo dei Patriarchi ora sotto il controllo dei da Camino.

Per molti secoli fu un feudo in possesso di vari esponenti dell'aristocrazia friulana. Nel 1385 il maniero venne occupato dalle truppe dei Carraresi, signori di Padova. Ritornato in possesso della Chiesa d'Aquileia, Càneva venne preso dalle truppe veneziane nell'anno 1420. I resti dell'antico maniero, sito sulla vetta di un pendio roccioso, sono oggi costituiti dalle basi di alcuni muraglioni di difesa e dai resti di qualche torre. All'interno della cinta castellana si trovano ancora la chiesetta di Santa Lucia, costruita alla fine del secolo XVI, e la torre campanaria, ricavata da un'antica torre.

In epoca più recente Càneva divenne terra di emigrazione soprattutto verso America del Nord e del Sud, Svizzera, Belgio ed Australia. Il fenomeno, che durò per tutto l'Ottocento e gran parte del Novecento, si arrestò solamente negli anni sessanta. Càneva è un paese di cave e di cavatori e come tale fa della pietra un elemento caratterizzante della sua storia e della sua architettura. L'impiego della pietra è stato importante sin dai secoli antichi per la costruzione di abitazioni, per l'edificazione di recinzioni, per la realizzazione di vie di comunicazione e per la realizzazione di ogni sorta di manufatti.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili e musei[modifica | modifica wikitesto]

Sono presenti due ville, esempio di dimore signorili di campagna del XIX secolo, tutelate dall'Istituto Regionale per le Ville Venete (IRVV):[5]

  • Villa Chiaradia, Zancaner Banfi, Sommacal;[6]
  • Villa De Marchi, Barbieri, Frova, Corner, Posocco,[7] in località Stevenà,[8] edificio comunale oggi contenitore culturale multifunzionale.[9]

Tra le altre ville figurano:

  • Villa Pietranna (Rupolo), con motivi liberty;
  • Villa Lucchese, opera del locale architetto Domenico Rupolo;
  • Ca' Damiani, villa ristrutturata del Settecento.[10]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo del ciclismo, intitolato a Toni Pessot.[11]
  • Museo del Minatore “Arduino Martinuzzo”, a Fratta (ove sono contenuti preziosi cimeli soprattutto dei minatori canevesi in Belgio).[12]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali e area archeologica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cansiglio.
  • Bosco del Cansiglio, con tutta la zona che arriva fino al "Pian Cansiglio" ed in particolar modo al Bus de la Lum, che, con i resti di un accampamento di cacciatori, è prima testimonianza certa di presenza umana nell'ambito territoriale datata 11.000 anni a.C. (scoperta dai ricercatori dell'Università di Ferrara).
  • Parco Archeologico del "Palù di Livenza", maggior sito europeo con resti evidenti di un insediamento palafitticolo umano durato circa 1000 anni, tra i meglio conservati - databile dal 5.720BP al 4.880BP (fonte Ministero Beni Cult Amb.) - ed il più ricco di materiale archeologico, con numerosissimi rinvenimenti attribuibili al Paleolitico Superiore. Il Parco Archeologico è ufficialmente iscritto nella lista degli antichi insediamenti sulle Alpi, patrimonio dell'Umanità tutelato dall'UNESCO dal 27 giugno 2011.[15]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio di Caneva rientra in quella fascia del Friuli occidentale in cui si parla il veneto: il dialetto locale appartiene infatti al tipo trevigiano rustico orientale (detto anche liventino), affine quindi al bellunese. Termini tipicamente riconducibili di questo gruppo sono ardelìva "fieno di secondo taglio", varsór "aratro", calvéa o calvìa "misura per aridi".

Non mancano, tuttavia, elementi riconducibili alla lingua friulana, facendo ipotizzare che l'attuale idioma si sia imposto su un originario dialetto friulano. Voci che denotano questo aspetto sono madràs "serpente", batidór "correggiato", ratha e rathòt rispettivamente "anatra" e "maschio dell'anatra". Interessante, inoltre, la presenza di alcuni slavismi, tracce di una piccola colonizzazione di epoca patriarcale[17][18][19].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]

  • Figo Moro di Càneva
  • Formaggio di malga
  • Olio extravergine d'oliva ed olio non vergine
  • Vini rossi
  • Verdiso di Càneva, vino bianco da vitigno autoctono (da ricordare anche il Picolit, autoctono di Càneva)
  • Itticoltura nelle risorgive della Livenza

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Fiaschetti, Fratta, Sarone, Stevenà

Altre località del territorio[modifica | modifica wikitesto]

  • Crosetta, Gaiardìn, Lama de Carpen, Lama de Som, Pradego, Tambruz, Prà della scala, Fontanàz, Canevòn, Col de Fèr, Col di San Martino

Fiaschetti[modifica | modifica wikitesto]

Dista da Càneva circa 2 km. Qui vivono circa 300 persone.

Sarone[modifica | modifica wikitesto]

Distante da Càneva circa 3 km. È il secondo paese per abitanti del comune. Protetto su tre lati dai vari eventi atmosferici da due colli a sud-ovest e a nord-est, rispettivamente il "col de Fer" e il "col di San Martìn", e a nord- ovest dal "Col de Rust" è la frazione con le più grandi bellezze paesaggistiche del comune fra cui le meravigliose viste dalla famosa pizzeria ristorante "Italo Rover" al paesaggio boschivo della valle. Famoso in tutta Italia per la preziosa pietra che se ne ricava dalle sue montagne di un colore bianco puro dalle sue cave.[20] Particolarità del posto è il suo dialetto totalmente diverso dai vari paesi del comune, molto più simile al Bellunese. Questa differenziazione linguistica è dovuta al fatto che in passato è stato luogo di passaggio per i migranti che attraversavano il Pian Cansiglio per dirigersi alla stazione dei treni di Sacile e non solo poiché Sarone fin dai tempi più antichi era un luogo dove i contrabbandieri potevano nascondersi e far passare le loro merci (principalmente legno di Faggio da portare a Venezia per la costruzione dei remi delle Gondole), infatti non è un caso che nella piazza si trovi una fontana il cui nome è "L'Emigrante".

Il paese è anche conosciuto per la sua birra, Valscura, prodotta con i vari frutti di stagione raccolti direttamente nel territorio (figo moro, castagne, ecc.)

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Caneva fa parte di:

  • Area geografica: Bacino Idrografico del Fiume Livenza
  • Comunità Montana del Friuli occidentale
  • Rete di comuni "Alleanza nelle Alpi"

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Neumarkt è un Pese della Baviera (Germania) dove ogni estate viene svolto un campeggio (Zeltlager) a cui partecipano ragazzi sia italiani che tedeschi per mantenere il gemellaggio.

Meilhan-sur-Garonne è un comune francese in cui vi sono emigrati molti italiani dopo la seconda guerra mondiale, tra questi anche un canevese, Giovanni Masutti, al quale è stata dedicata una piazza adiacente alla chiesa del comune, inaugurata nel 2012.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Carla Marcato, Càneva, in Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 130, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Sito web http://irvv.regione.veneto.it/index.php, Sito web http://irvv.regione.veneto.it/index.php, CATALOGO ON-LINE VILLE VENETE IRVV, su irvv.regione.veneto.it.
  6. ^ Villa Chiaradia, Zancaner Banfi, Sommacal (PDF), su irvv.regione.veneto.it, IRVV, 2005. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 2 marzo 2018).
  7. ^ Villa De Marchi, Barbieri, Frova, Corner, Posocco (PDF), su irvv.regione.veneto.it, IRVV, 2005. URL consultato il 2 marzo 2018 (archiviato il 2 marzo 2018).
  8. ^ Copia archiviata, su altolivenza.eu. URL consultato l'11 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2015).
  9. ^ Sito di Officina Villa Frova http://officinavillafrova.incaneva.it
  10. ^ ALBERGO CA' DAMIANI, su villevenetecastelli.com. URL consultato il 25 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2018).
  11. ^ Sito web di informazione turistica: http://www.turismofvg.it/, Museo del ciclismo Toni Pessot HomePage / Luoghi / Punti di interesse / Arte cultura storia / Musei / Musei arte, cultura e storia / Museo del ciclismo Toni Pessot, su turismofvg.it (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2015).
  12. ^ Sito web - http://www.museonazionaleemigrazione.it/scheda.php?id=151, Scheda Museo Museo del Minatore “Arduino Martinuzzo”, su museonazionaleemigrazione.it (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2015).
  13. ^ Sito web http://www.consorziocastelli.it/, Sei in: Home > I castelli > Pordenone > Castello di Caneva, su consorziocastelli.it.
  14. ^ Moreno Baccichet, Le case del regime, Pordenone, Giavedoni editore, 2021, p. 433.
  15. ^ Sito web http://palu.incaneva.it/, Palù di Livenza, sito palafitticolo e patrimonio ambientale. Una risorsa da valorizzare tra i Comuni di Caneva e Polcenigo, su palu.incaneva.it (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2016).
  16. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012..
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  17. ^ Paolo Zolli, I dizionarii dialettali delle Tre Venezie (1976-1985), in Quaderni Veneti, Ravenna, Longo, 1986, pp. 171-172.
  18. ^ Giovanni Frau, I dialetti del Friuli, Udine, Società Filologica Friulana, 1984, p. 8.
  19. ^ Luciano Borin, Caneva. Un ponte fra la parlata friulana e quella veneta, in Manlio Cortelazzo (a cura di), Guida ai dialetti veneti, XIV, Padova, CLEUP, 1992, p. 92.
  20. ^ Cava di Sarone, su cavasarone.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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